✨ La nascita di un rito: Fotografia Alchemica del Femminile Sacro
La prima volta è arrivata così, in punta di piedi.
Era il 2013, e una ex collega mi chiese un servizio fotografico come regalo per suo marito.
Sembrava un gesto semplice, tenero.
Ma sotto quella richiesta c’era molto di più.
C’era un desiderio silenzioso, ancora inconsapevole:
ritrovare sé stessa.
Stanchezza, smarrimento, cicatrici invisibili.
Le sue foto dovevano essere un dono per lui,
ma furono, prima di tutto, un dono per lei.
Da quel momento, altre donne iniziarono a cercarmi.
Ognuna con la propria storia, le proprie ferite, il proprio bisogno di vedersi davvero.
Ed è così che, senza forzature, è nato questo progetto:
la Fotografia Alchemica del Femminile Sacro.
📷 Uno spazio senza maschere
I nostri incontri non erano mai solo “servizi fotografici”.
Erano momenti sacri.
Ci sedevamo insieme, parlavamo, ridevamo, piangevamo.
Una tazza di tè, un bicchiere di vino, qualche silenzio necessario.
E poi… io scattavo.
Ma non era la macchina a decidere, era l’anima a guidare.
Le donne si lasciavano essere:
nella gioia, nella rabbia, nella malinconia, nella dolcezza.
Spoglie da aspettative, dimenticavano la lente
e si davano il permesso di esistere, così come erano.
A volte giocavamo.
A volte ci tenevamo semplicemente la mano.
Non c’erano pose, non c’era performance.
C’era verità.
🌕 L’immagine come specchio dell’Anima
Spesso, quello che emergeva negli scatti era inaspettato.
Un Sé sconosciuto. Una parte rimossa, temuta, dimenticata.
Qualcosa di “troppo” o di “non abbastanza”…
Eppure proprio lì, in quelle immagini, si apriva la soglia del riconoscimento.
Quelle fotografie erano specchi.
Rivelavano bellezza dove prima c’era solo giudizio.
Sussurravano amore dove prima abitava la vergogna.
Le rivedevamo insieme, con dolcezza e coraggio.
A volte c’era resistenza, persino rifiuto.
Ma col tempo… qualcosa si scioglieva.
Quel volto diventava casa.
Quel corpo diventava tempio.
Quel Sé diventava sacro.
E ogni donna tornava nella sua vita con un po’ più di luce,
un po’ più di forza,
un po’ più di sé.
🔮 Questo è il potere della Fotografia dell’Anima.
Non è un’immagine da mostrare.
È un’immagine che ti mostra.
È il momento in cui ti lasci guardare…
e ti riconosci.
Questa è la magia della Fotografia Alchemica del Femminile Sacro:
un rito visivo che non crea una nuova te,
ma ti restituisce a quella che sei sempre stata.
🌸 Con amore,
Ester Stella | Custode di visioni, bellezza e verità
Lisa, 43 anni
Quando guardavo le tue foto pensavo che sarebbe piaciuto anche a me farmi fotografare. Ma poi non era mai il momento buono. Troppo gonfia. Troppo grassa. Troppi brufoli. Poco luminosa. Poco interessante. Sempre troppo o troppo poco. Comunque mai abbastanza per i grandi amori della mia vita: mia madre e mio marito.
Lasciarmi andare ai tuoi scatti, anche se non mi sentivo adeguata, mi ha permesso di rivedermi coi tuoi occhi. Bella. Sensuale. Eppure io non mi vedo così. Non sempre. A volte. Dipende dalla mia altalena. Della mia ricerca di equilibrio. Sono un pezzo del lavoro che sto facendo per amarmi e accettarmi. Grazie. Queste foto sono il dolore che va e la luce che arriva.
Valentina, 54 anni
Ieri sera, dopo il nostro incontro, ho dormito per la prima volta con la mia sottoveste e mi sono sentita benissimo dentro alla sottoveste e ho dormito profondamente.
Avevo La preoccupazione del sentirmi giudicata. Ho bisogno di ridere...ma in realtà mi viene da piangere Nella foto si vede chiaramente qual'è il pezzo che dovrebbe andarsene (pancia con cicatrice) La cicatrice la considero una parte della mia storia non sento che mi da fastidio sai
È possibile che io sia rimasta legata ad immagini del passato ...... che mi impediscono di accogliere la nuova Donna che sono (vale) … Si mi piaccio e mi amo tanto Mi ammiro tutte le sere prima di andare a letto e tutte le mattine quando mi alzo
Eleonora, 44 anni
ho fatto una cosa che mi ha permesso di uscire dalla mia area di comfort di entrare più in contatto con me di scoprire qualcosa di me per esempio che mi giudico molto, che faccio fatica a lasciarmi andare e poi nelle foto ho visto me stessa, Eleonora, come sono io dentro lì è uscito
Avevo paura di vedere quella che sono. Credo anche paura di vedere la mia femminilità.
Forse di lasciare andare la mia femminilità, di far uscire questa mia energia femminile che so di avere ma che spesso trattengo per credenze passate dalla famiglia, le solite per cui la femminilità non va espressa troppo
Elena, 54 anni
sono contenta di non averti usato x far risaltare una maschera di donna, figa, sono quella che sono. Ed ho una percezione più tonda di me ….Ora so che la vittima ed il tiranno sono due facce della stessa medaglia, so quanto posso esser vittima e tiranno di me stessa,...non esser mai certa del valore delle cose che ho fatto.
Regina, 60 anni
Ogni volta che mi trovo di fronte a un obiettivo tornano i ricordi d’infanzia, in cui mi sentivo goffa e inadeguata, una specie di piccolo Fantozzi accanto alle mie sorelle, belle, alte, attraenti.
L’occhio dell’obiettivo mi fissa, mi imbarazza.
Farsi fotografare da Ester mi ha fatto rivivere la piacevole sensazione di sorprendermi di fronte alle centinaia di altre ME che popolano il mio corpo.
Roberta, 30 anni (ex oncologica)
Questi scatti mi hanno permesso di andare oltre a quello che io vedevo di me stessa
Ho riconosciuto un corpo che ha affrontato dure battaglie e ne porta ora le cicatrici con grande orgoglio.
Quel corpo che ho tanto odiato ora lo adoro e ho imparato a riscoprirlo per me stessa in primis, perché sono io la sola e la prima a doversi amare
Ho imparato a guardarmi dentro e dar voce a ciò che fino a quel momento ho tenuto nascosto e soppresso
Durante il servizio fotografico mi sentivo spaesata, incredula di quello che stavo facendo, ma mano mano che la macchina scattava mi sentivo finalmente libera di mostrare di essere me stessa senza filtri e senza accorgimenti per non dare fastidio a chi mi stava attorno
ERO IO E BASTA
Gianna, 57 anni
Un sacco di emozioni mi hanno coinvolto e fatto riflettere.
Ieri sera sono uscita con amici e mi sentivo bellissima. e mi hanno detto che ero più fiera, più bella, più sicura proprio come mi sentivo!
Imparare a conoscere noi stessi è la parte più difficile della vita.
A distanza di un anno riguardo le foto e riguardando le mi accorgo che sono diventata accogliente verso alcune cose che vedevo di me che non mi piacevano, mi rendo conto che oggi da quel giorno sono più nel sentire che nell'immagine di quel qualcosa che voglio o volevo rappresentare di me quindi mi ascolto di più e assecondo il mio sentire.
Arianna, 42 anni
qualche bel scatto è stato "una botta di autostima" che fa bene all'anima… e ammetto che ogni tanto vado a rivedermele, secondo me sei riuscita a far "emergere" qualcosa di me...in molte foto "mi riconosco" cosa che difficilmente mi era successo in passato...